Ecco, parto da qui. Il suo mezzo ce l'ha da quando era un giovincello.
Sono straconvinto che se dovessi scegliere tra auto e moto, nel mio personalissimo gioco della torre, butterei moto. Ho diversi amici motociclisti, e tutti se dovessero scegliere, sceglierebbero di buttare l'auto. E io no, non ce la faccio, proprio oggi che ho parlato con un signore di mezza età, che quando ero un ragazzino di 18 anni e mezzo mi insegnò a voler bene alla mia auto. Mi spiegò, con in mano lo straccio con cui si era pulito le mani, per molti e molti minuti come curare quel motore che girava al minimo di fianco a un'anonima 169, e da lì ho iniziato a curarla davvero, non solo lavandola tutte le settimane.
Non ce la faccio, vedo passare ore ed ore in macchina a cazzeggiare fumando sigarette e bevendo birra anche quando fuori c'erano -5°, a bestemmiare cercando di fare ed imparare le cose da solo, testardamente, e vedo passare ore ed ore a guidare, d'inverno, d'estate, a piedi nudi, nelle mie innumerevoli versioni lavorative, e con sciarpa e guanti, o giacca e cravatta, e magliette intrise di sudore e felpe piene di morca cercando di ascoltare il rumore del motore cercando di capire qualcosa, e vedo ore e ore a guidare, in autostrada, in montagna dietro ad un gruppo di motociclisti, sulle litoranee italiane sotto il sole di agosto, e al tramonto sulle mie montagne, nei parcheggi più strani della mia città, e nelle mie passeggiate al mare piene d'estate e di vento tra i capelli ancora bagnati, con il finestrino sempre giù, nascosto. Vedo vita, persone, storie, aneddoti, e tanta felicità.
E' un gioco crudele quello della torre, spero sempre che non debba mai accadere di dover decidere, ma se lo dovessi fare, vorrei che sapesse che il suo posto sulla torre a prendere il sole è già prenotato, senza se e senza ma.
Vorrei farci salire i miei figli un giorno. E anche se sarà un rottame, sarà sempre il mio rottame preferito.
